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Pensione di reversibilità a rischio per i pensionati Ex-INPDAP

Nel mese di giugno 2023 l’INPS ha avviato una serie di controlli sulle pensioni di reversibilità in seguito alla sentenza della Corte Costituzionale n. 162 del 2022 che ha modificato le regole per il cumulo tra pensione di reversibilità e altri redditi.

Reversibilità: i limiti della cumulabilità

La pensione di reversibilità, come è noto, è destinata ai coniugi e ai familiari più stretti di una persona defunta, introdotta con lo scopo ovvio di fornire un supporto finanziario ai familiari in base a specifici criteri. L’importo erogato mensilmente può variare dal 15% al 100% della pensione che il defunto riceveva, a seconda delle circostanze e del grado di parentela.

La pensione di vecchiaia (o anticipata) e la pensione di reversibilità sono compatibili tra loro ma cumulabili solamente entro un certo limite: laddove il reddito del titolare della pensione di reversibilità è superiore a 3 volte il trattamento minimo, infatti, scatta una decurtazione. Nel peggiore dei casi potrebbe arrivare fino al 50%.

I controlli sui pensionati del regime Ex-INPDAP

I controlli avviati dall’INPS riguardano specificamente i pensionati ex dipendenti pubblici che facevano parte del regime Ex-INPDAP.

L’INPS sta incrociando i dati dell’Agenzia delle Entrate per verificare la congruenza dei redditi dichiarati con quelli effettivi. Se dai controlli emergessero incongruenze negli importi percepiti a titolo di pensione di reversibilità, alcuni pensionati potrebbero ricevere una comunicazione che richiede la restituzione delle somme percepite indebitamente a partire dal mese di agosto 2023.

Il recupero avverrà con trattenute mensili di un quinto dell’importo complessivo della pensione, calcolata al netto dell’Irpef, e per un massimo di 60 rate a partire dal mese di agosto 2023.

Prima di procedere con il recupero delle somme, comunque, l’INPS darà comunicazione al pensionato interessato, il quale avrà 30 giorni di tempo dalla notifica per contattare l’Istituto ed eventualmente contestare la decurtazione producendo la documentazione utile all’eventuale rettifica.

E se la reversibilità è da restituire? Meglio avere un piano B!

Certamente la pensione di reversibilità è un importante sostegno economico per coloro che ne beneficiano. Tuttavia, i recenti controlli e accertamenti avviati dall’INPS rappresentano un campanello d’allarme. È fondamentale essere consapevoli delle nuove dinamiche e delle possibili implicazioni per evitare sorprese sgradite e in caso valutare delle altre soluzioni di finanziamento extra, per distribuire il rischio e non restare… a corto di liquidità!

Ad esempio, grazie a Gruppo Santamaria S.p.A. e alle convenzioni stipulate, i pensionati ex INPDAP, cioè coloro che erano parte dell’Istituto Nazionale di Previdenza e Assistenza per i Dipendenti dell’Amministrazione Pubblica, poi incorporato nell’INPS nel 2011, possono ricorrere al prestito personale con la Cessione del Quinto.

Accedere a questa opportunità è semplice. Rivolgendosi a Gruppo Santamaria S.p.A. è possibile avviare la procedura presentando una documentazione essenziale, che include documento di identità, tessera sanitaria e cedolino pensionistico.

Vantaggi e prospettive

I prestiti in Convenzione INPDAP offerti da Gruppo Santamaria S.p.A. presentano una serie di vantaggi significativi:

  • Tassi d’interesse vantaggiosi e costanti durante la durata del prestito.
  • Possibilità di ottenere somme da 5.000 a 75.000 euro, con piani di rimborso flessibili.
  • Rate di rimborso sempre gestibili, che non superano mai il 20% dell’importo netto della pensione.

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